Pensieri Sparsi

Il mio primo concerto: 16 anni fa.


Non avevo idea di cosa significasse desiderare qualcosa con tutta se stessa fino a quel momento. Neanche  il Pisolone mai arrivato aveva lasciato negli anni quel vuoto incolmabile che ero certa avrei provato se fossi mancata a quell’evento.
Avevo 14 anni e non desideravo altro che respirare la loro stessa aria ed essere sotto il loro stesso cielo. Quanta ingenua tenerezza.
Mi sentivo grande nel porgere quella richiesta ai miei genitori, estremamente piccola nel prendere coscienza che avrei avuto bisogno del loro permesso, terrorizzata all’idea di un loro rifiuto, determinata a trovare una soluzione se mai si fosse presentata quell’eventualità.


Se non mi ci portate, scappo di casa!”
Sono sicura di averlo urlato disperata tra le lacrime almeno un paio di volte ai miei genitori; non so se avrei mai trovato il coraggio di farlo davvero ma il solo suono di quella minaccia mi faceva sentire forte del mio desiderio, il solo averla elaborata mi rendeva simile a migliaia di ragazzine che stavano vivendo il mio stesso dramma.
Era solo un concerto. Il mio primo concerto. Il loro concerto.

Roma non mi era mai sembrata così lontana come allora, io non mi ero mai sentita così determinata come nel momento in cui erano state annunciate le date italiane del tour e io avevo deciso di esserci [il fatto che avessi deciso di non perdermi quel concerto quando neanche era ancora in programma è un dettaglio irrilevante]. Mai gioia è stata più grande di quando ho finalmente stretto il mio biglietto tra le mani, è stato in quel momento in cui ho preso coscienza di quanto un pezzo di carta potesse farmi toccare il cielo con un dito, di quanto la gioia possa essere pura e assoluta, di quanto il mio cuore potesse battere forte senza rischiare di scoppiare.
Ho sperimentato l’emozione e l’ansia dell’attesa, ogni giorno che passava era solo un giorno in meno che mi separava dal momento in cui finalmente li avrei visti. Il solo pensiero di vederli mi faceva tremare le gambe e brillare gli occhi, sorridevo inebetita fissando il loro poster appeso al muro della cameretta e mi lasciavo travolgere dalle emozioni.

Avevo 14 anni e quella boyband era tutta la mia vita. La nota stonata delle mie armonie, la scritta fuori le righe, l’eccezione alle mie regole. Erano così poco da me, così tanto di me stessa, la poesia dei miei giorni, il sorriso del mattino, l’ultimo pensiero prima di poggiare il viso sul cuscino.

Accompagnata dai miei sogni ad occhi aperti, nel 1999, ho atteso con ansia l’arrivo di quel 29 giugno; con santa pazienza era stato mio padre a portare me e le mie amiche allo Stadio Olimpico per lasciarmi assaporare emozioni che mai prima di allora avevo provato: la lunghissima attesa, le urla fuori dai cancelli, la voglia di vederli e la consapevolezza che fossero reali; perché a 14 anni quei 5 ragazzotti sorridenti dal poster di camera mia mica ero sicura esistessero davvero, troppo perfetti per essere reali.
Ho già detto quanto fossi teneramente ingenua?

Chi ha vissuto la mia stessa  adolescenza avrà capito da un pezzo quale sia stato il mio primo concerto, gli altri si staranno chiedendo su cosa/chi sto blaterando da ormai troppe righe immersa nei miei ricordi.
Sono stata una ragazzina negli anni 90, immune al fascino dei Take That, simpatizzante del girl power delle Spice Girls, sono rimasta completamente e assolutamente folgorata dalla bellezza [riguardando le loro foto di quegli anni mi domando il perché] e dalle armonie dei Backstreet Boys.

Non ho mai voluto sposare Nick Carter, sia ben chiaro, ho sempre avuto una certa razionalità nella mia follia. Io volevo portarmelo a casa. Non so bene a quattordici anni cosa volessi farmene, probabilmente volevo utilizzarlo al posto del Pisolone mai avuto, certi traumi non si superano mai per davvero.
Quella sera di 16 anni, fa immersa nella Curva Sud dello Stadio Olimpico, ho assaporato per la prima volta la felicità che la musica potesse regalarmi dal vivo; avevo appena 14 anni e avevo realizzato il mio sogno; certo avevo visto il concerto per lo più dai mega schermi vista l’enorme distanza a cui mi trovavo dal palco, ma non riuscivo ad immaginare emozioni più intense di quelle.

Ero felice. Ricordo ancora che non riuscivo a smettere di parlare per cercare di dar voce al turbinio di sensazioni che erano esplose nel mio povero cuoricino, avevo raccontato tutto il concerto a mio padre [che per la cronaca era all’interno dello stadio, quindi già era stato costretto a subirlo dal vivo]; parlavo, ridevo e a stento trattenevo le lacrime.
“E’ stata la prima e l’ultima volta che li ho visti. Tanto si sciolgono…”
Neanche a 14 anni sono mai stata brava a godermi a pieno le gioie della vita; probabilmente volevo semplicemente enfatizzare il momento: si sarebbero pure potuti sciogliere da quel momento, ormai io li avevo visti.

Sono passati 16 anni da quella sera. Sono cresciuta, sono cambiata…ma non ho mai smesso di credere nei sogni…

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…e nei caldi abbracci di quei sogni.

25 pensieri riguardo “Il mio primo concerto: 16 anni fa.

  1. Altra generazione,altro target musicale ma probabilmente le stesse emozioni. Era il 1988 e già a Febbraio acquistai il biglietto per vedere a Roma i Pink Floyd. Era anche l’anno dell’esame di Stato ed allora (non so se è ancora così) per gli orali c’era il sorteggio della data per cui c’era il rischio concreto che venissi sorteggiato proprio il giorno del concerto (o quello dopo che sarebbe stato lo stesso…) ma io non lo avrei perso per nulla al mondo. Per fortuna andò tutto bene e l’emozione di quel concerto è rimasta unica ed irripetibile ma soprattutto indimenticabile!

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  2. Possono passare gli anni ma il ricordo resta sempre vivo nel cuore. Ne ho visti tanti altri di concerti, come puoi vedere nell’ultima foto alla fine sono riuscita ad abbracciarli ma l emozione del primo concerto non la batte nessuno.

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  3. Per me è poi diventato un lavoro e di concerti ne ho fatti a centinaia(anche se non a quei livelli!) però è sempre del primo che ho i migliori ricordi!

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  4. Se entri nella mia pagina,sulla barra principale dei link ci sono le foto di alcuni dei miei lavori del passato!

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  5. Non appena ho letto la data ho capito subito di quale concerto parlavi! 🙂
    Anche io ero lì e nonostante fossi più grandicella di te (avevo compiuto da poco 19 anni!) ho provato le tue stesse identiche emozioni, che ho riletto con piacere nel tuo blog, e che mi hanno fatto riaffiorare tanti bei ricordi e tanti momenti di spensieratezza!
    Nonostante sia lunedì, il sole splende, ma io sono rinchiusa nel mio ufficio, mi sono ritrovata a sorridere davanti il pc e la mia mente è ritornata a quella fantastica giornata di 16 anni fa!
    Con il tempo, il lavoro e la famiglia li ho un pò persi di vista, ma mi piace ancora ascoltarli e sono felicissima di sapere che siano ancora in piena attività (la tua foto con loro è meravigliosa!)
    Inoltre ho una piccola fangirl in casa, mia figlia è pazza dei One Direction (stiamo ancora cercando di elaborare il lutto per l’abbandono di Zayn) e rivedo in lei i sogni, gli scleri, le ansie, le gioie che solo chi ha o ha avuto una passione del genere può capire.

    Grazie per aver condiviso i tuoi ricordi e per avermi permesso di fare un tuffo nel passato

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  6. Sono contenta di aver riportato anche te indietro nel tempo, 16 anni fa è davvero una vita….immagino quanto debba essere tenero rivedere la tua passione in tua figlia (Zayn è stato un vero e proprio cretino…dille di puntare su Liam). Ti ringrazio per i complimenti alla foto, ho scelto questa perché mi ritraeva di spalle e beh è stato un abbraccio indimenticabile. Loro sono in piena attività , l anno scorso sono stati in Italia per ben 3 volte e soprattutto nelle date estive molte ragazze presenti nel 99 hanno dedicato una serata alla loro adolescenza ♡

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  7. Sono tre anni che dico a mia figlia di appassionarsi a Liam, ma lei ha una passione per i tamarri -.-” ma considerando che adoravo A.J. direi che tutto torna!

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