Arriverà….
…il giorno in cui cose del genere smetteranno di farmi ridere come una cretina.
Forse un giorno. Sicuramente non oggi.
…il giorno in cui cose del genere smetteranno di farmi ridere come una cretina.
Forse un giorno. Sicuramente non oggi.
Maledizione! Ecco a cosa mi sarebbe servito avere un fidanzatino all’asilo, oggi avrei avuto una storia dolce da raccontare, una di quelle che avrebbe trasformato i vostri occhi in cuoricini dipingendo me come una bambina dal cuore tenero e le gote rosee. Invece nada, nessun amore dal sapore di latte; la prima cotta e il primo amore sono arrivati quando bambina ormai non lo ero più.
Insomma, per parlare della mia prima cotta dobbiamo aspettare gli anni del liceo, quando, sicuramente senza prevederlo, mi sono infatuata di un mio compagno di classe. Lui era bello, ve lo posso giurare; di un bello quasi tenebroso già a quell’età, con me era sempre tanto carino e premuroso, mi portava lo zaino quando andavamo a fare ginnastica e mica è roba da poco. Ma io ero una ragazzina timida e rincoglionita, una di quelle che neanche sotto tortura ti faceva capire cosa le passasse per la testa e così, ad una festa credo, la mia migliore amica [a cui difesa devo dire che non aveva idea della mia cotta] mise gli occhi sullo stesso ragazzo che mi faceva sorridere al solo pensiero.
Non ricordo bene come sia andata la cosa, fatto sta che mi sono ritrovata ad essere il loro postino dell’amore; non avevamo ancora i cellulari e il loro scambio epistolare avveniva tramite me. Sentivo il cuore farsi più piccolo ad ogni foglietto trasportato eppure tacevo quello che mi dilaniava dall’interno per troppo orgoglio, che senso avrebbe avuto raccontarle di quello che provavo se ormai lui l’aveva scelta?
E’ stato solo qualche giorno prima della festa in cui avrebbero concluso che, non ricordo se dopo la descrizione dell’ansia per il primo bacio tra loro o qualche altro dettaglio che non avrei voluto sentire, non sono più riuscita a tattenere le mie emozioni. Non avevo intenzione di ostacolare il loro amore [quattro baci di una serata eh, non fatevi strane idee in testa] semplicemente non volevo saperne i dettagli, stavo male ma non le avrei mai chiesto di rinunciare.
Ed è così che ho passato la serata della festa a cercare di non piangere e non ammazzare un altro compagno di classe che da mesi era diventato la mia ombra; aveva passato la serata a dirmi che mi vedeva strana e io, per levarmelo di torno, gli avevo presentato una mia amica stando ben attenta a sussurrargli della cotta che lei aveva per lui.
Il ragazzo fastidioso malamente scacciato tra le braccia di un’altra quella sera alla festa è stato il mio primo amore, quello che conserva la terenezza dei ricordi adolescenziali, quello su cui avrebbero potuto girare un teen drama che non avrebbe avuto nulla da invidiare a colossi come Dawson’s Creek.
Non era bello, neanche lontanamente, eppure nonostante lo scacciassi in tutti i modi [alcuni veramente terribili] lui era sempre lì a cercare di entrare in quel mondo a cui continuamente gli negavo l’accesso. Era stato l’unico a capire del perchè quella sera io stessi male, l’unico a capire che stessi male, l’unico a capire cosa volesse significare provare un sentimento per qualcuno e non essere corrisposto.
“Io so a te chi piace perchè io non ascolto le tue parole, io osservo i tuoi occhi.”
Una storia travagliata che mi ha accompagnato fino ai primi anni di università, che mi ha tediato almeno altri 5 anni dopo che una sera di gennaio, piangendo come un bambino, lui ha messo la parola fine ai nostri progetti, ai nostri sogni, e un pò quella sera anche a me. Alla vecchia me.
Ti lascio perchè non so cosa provo adesso, ti lascio ma so che senza di te starò malissimo e avrò bisogno di te. Ti amo, non chiedermi di dirti che ho smesso di farlo, ma ti lascio perchè è meglio così.
Credevo di aver consumato tutte le mie lacrime quella sera, credevo mi avesse distrutta. Mi aveva chiesto se avesse potuto tenere il braccialetto d’oro con il nome inciso dentro, mi ero staccata la collana e gliel’avevo tirata addosso urlando di non volere nulla che mi ricordasse di lui. Avevo pianto con una disperazione che non avevo mai provato prima.
Tralascerei il karma che lo ha punito immediatamente quella sera con una brutta rapina in cui ha dovuto dire addio alla macchina del padre che di li a qualche giorno sarebbe diventata sua e mi concentrerei sui ricordi ormai sbiaditi di quell’amore che mi ha stravolto la vita costringendomi a ritrovare una parte di me che forse avevo perso, costringendomi ad affrontare le mie paure e crescere. Costringendomi a capire che si sopravvive al dolore.
Non più di qualche giorno fa, parlando con un’amica, mi è venuto spontaneo consigliarle di non donare troppo della sua vita privata al mondo social. Del perché io mi ostini ad elargire consigli non richiesti visto il casino che mi ritrovo in testa magari parleremo un’altra volta, il punto è che vedere le sue debolezze e le sue paure bellamente esposte alla mercé di tutti mi aveva spaventato.
Ben tornati nel mio Salottino.
Come state? Come è stata la vostra settimana?
Che programmi avete per questo weekend?
Mi sembra la serata giusta per fare quattro chiacchiere in compagnia.
Stasera ho aperto le porte del mio Salottino, in realtà, per farvi una comunicazione di servizio, oddio suona malissimo come cosa lo so, ma chiamarlo Annuncio mi sembrava esagerato. Mi immagino in piedi su una roccia con tanto di campanella sonante in mano ad urlare: Uditeeeeee, uditeeeee.
Non so se qualcuno lo ha già notato, ma non credo.
Ho inserito una nuova pagina contatti proprio legata al Salotto di Angel perchè è vero che il Salotto è quello di casa mia, ma che Padrona di casa sarei se non aprissi porte e finestre ai miei ospiti facendoli sentire totalmente a casa propria.
Avete un argomento di cui vorreste parlare?
Una domanda da pormi?
Qualcosa su cui voler blaterare?
Una domanda da porre agli altri followers in maniera anonima?
Volete semplicemente passare per un saluto?
Cosa aspettate a scrivermi?
Potete farlo qui, potete farlo ad ogni ora, ogni giorno della settimana, ogni mese dell’anno. Casa mia è sempre aperte per voi.
XoXo
Angel ★
Ma non sarebbe stato da me non blaterare a vuoto su qualcosa. Vi avrei deluso. Motivo per cui, da brava blogger dedita alla cura dei suoi fantastici post, ho provato ad acculturarmi sull’argomento per riuscire a dare una risposta quanto meno ragionata, veritiera sarebbe chiedere troppo.
Oroscopodioggiedomani.it
Pregi : dolce, ama la famiglia, ama le feste e le tradizioni, fiducioso nella vita, ama i bambini, bonaccione.
Difetti : ingenuo, poco fedele verso il partner, eccessivo nel dare fiducia agli altri, goloso, può possedere non pochi vizi, manca di coraggio, manca di determinazione.
Polveredistelle.it
Tra l’essere definita questa gente e dolce non ho ancora capito cosa sia stato peggio, senza contare che il giovedì è un giorno inutile, la verbena serve per allontanare i vampiri, lo stagno non è un metallo preziono e soprattutto io detesto il verde.
Stavo per rinunciare quando mi sono imbattuta in questo sito: astriepsiche.it che forse tante baggianate con le racconta in fin dei conti.
I Pesci sono sintonizzati con il mondo delle emozioni e con tutto ciò che abita nel mondo della fantasia e dell’immaginario, vivono “sentendo” e per questo entrano facilmente in connessione con ciò che li circonda.
Sono i Pesci stessi ad essere tormentati e complessi e a vivere una realtà densa di contraddizioni.
I Pesci idealizzano la vita, l’amore, l’amicizia e, spesso, quando si dedicano a lavori che prevedono relazioni di aiuto, anche la loro professione. Ma attenzione, perchè l’altra faccia della medaglia della idealizzazione è la delusione. Chi è perennemente alla ricerca dell’ideale, è destinato a restare deluso perchè la vita concede sprazzi di infinito solo di tanto in tanto. Il Pesci deve ricordare che le persone sono persone non idee, non sogni.
I Pesci più fortunati e più evoluti riescono a trovare un equilibrio fra il sogno e la realtà e costruiscono la loro serenità riuscendo a portare nella realtà quotidiana quel pezzettino di assoluto a cui aspirano.
il Pesci vive in un suo mondo ideale e per questo la realtà quotidiana diventa una sofferenza: dettagli, regole, orari, impegni lo fanno sentire imprigionato. Non che non sia in grado di prendersi responsabilità, ma semplicemente la quotidianità è troppo grigia per lui. Salvo la presenza nel tema natale di molti valori terra, la normalità non fa per il Pesci e per questo deve colorare con la sua immaginazione ciò che lo circonda, deve fantasticare, deve tenersi un unicorno immaginario color arcobaleno in salotto.
Ecco, portatemi un unicorno!!!
E domani finalmente è venerdì! Auguro a voi una dolce notte…
Prendere coscienza della mancanza di qualcosa è un pò come rendersi conto di essere incompleti, guardarsi e riuscire a concentrarsi solo su quel piccolo, o grande, vuoto lasciato da:
– ciò che vorremmo e non abbiamo più,
– ciò che vorremmo ma non è mai stato nostro,
– ciò che vorremmo ma non sarà mai nostro.
Non amo concentrarmi sulle mancanze, è una di quelle sensazioni che ti logora lentamente dall’interno fino ad annientare una parte di te inesorabilmente.
E’ una di quelle condizioni del genere umano a cui nessuno riesce a sottrarsi, neanche la persona all’apparenza più felice della terra; forse troppo abituati a lagnarci e troppo poco a concentrarci sulla felicità siamo più bravi a cogliere l’assenza delle cose, delle persone, che la loro presenza.
E’ così che ad oggi mi mancano i miei nonni, quelli che troppe volte mi dava noia passare a salutare; mi manca il tempo libero che prima non sapevo come impegnare; mi manca il caffè con quell’amica con cui a volte mi dava noia parlare; mi manca quel Buongiorno, Principessa di cui tanto mi lamentavo; mi manca quel sentirmi fintamente fragile e bisognosa di essere difesa che mi rendeva debole ed insicura. Mi manca tornare a credere che l’impossibile possa ancora accadere.
E mi mancano le tue braccia in cui poter rifuggiare i miei sogni.
Ma questa è un’altra storia.
E voi conoscete qualcuno a cui piace il Martedì?
E’ un mese strano quello di Febbraio per me, sarà che è il mese prima del mio compleanno e io odio il mio compleanno, sarà che è un mese di cambiamenti e io ho difficoltà ad affrontare i cambiamenti, sarà che fa freddo e io odio il freddo; sarà che sono particolarmente lagnosa ed insofferente.
Esattamente il 2 febbraio dello scorso anno mettevo per la prima volta piede in questo ufficio piena di ansie e aspettative, piena di speranze e paure. Esattamente ad un anno di distanza mi domando come io abbia fatto a sopravvivere un anno in questo posto senza impazzire e/o ammazzare qualcuno. [grazie fiori di Bach].
Esattamente ad un anno di distanza attendo con ansia l’arrivo di San Valentino per vedere la fine del mio contratto di lavoro e poter, con un lungo sospiro di sollievo, voltare pagina.
Cosa mi aspetta dopo ancora non lo so. Ok, teoricamente lo so, ma lasciatemi essere scaramantica questa volta.
Ho una valigia di sogni che mi trascino da troppo tempo dietro, speranze di cambiamenti, desideri da soddisfare…tutto nuovamente affidato al mese di Febbraio anche per quest’anno.
non mi deludere. Non lo sopporterei.
Xoxo
A.