Pensieri Sparsi

Condividere oppure no?


Non più di qualche giorno fa, parlando con un’amica, mi è venuto spontaneo consigliarle di non donare troppo della sua vita privata al mondo social. Del perché io mi ostini ad elargire consigli non richiesti visto il casino che mi ritrovo in testa magari parleremo un’altra volta, il punto è che vedere le sue debolezze e le sue paure bellamente esposte alla mercé di tutti mi aveva spaventato. giphy8

La gente è cattiva.
La gente ti giudica.
La gente non capisce.
La gente non aspetta altro che ridere di te.
ryan
Le ho suggerito di aprire un blog, uno spazio suo su cui riversare i propri pensieri e le proprie paure, un po’ come in parte, in fondo, faccio io stessa perché è vero che la gente è sempre gente ma la lettura di un blog è un qualcosa di più profondo; non sono i 140 caratteri di Twitter o la foto su Instagram, non è un link condiviso su Facebook o una citazione copiata qua e là. La lettura di un blog è una conoscenza più consapevole, più profonda ed interessata.
imogen_i_care_about_you
La scrittura su un blog è la consapevolezza che la maggior parte delle persone che leggeranno le tue paranoie non ti conoscono se non attraverso le tue parole, non ti giudicano perché non sanno quasi nulla di te se non quello che hai scelto di raccontare, non ti compatiscono perché costretti da legami di sangue o di amicizia. Se quello che hai da dire non gli interessa semplicemente vanno oltre, se interagiscono con te è perché hanno provato empatia o forse le tue parole hanno toccato le corde giuste per essere realmente comprese.
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Eppure dietro al mio consiglio, in realtà, c’è un’altra verità, di quelle latenti nel proprio subconscio che solo di tanto in tanto tornano a galla per farsi percepire: la consapevolezza che, per quanto parlare con qualcuno possa essere essenziale, ci sono situazioni che neanche quattro chiacchiere con un’amica possono cambiare, figuratevi uno sfogo nel mondo virtuale.
don-t_care
Siamo onesti: se vi raccontassi che inizia ad essere pesante essere sempre quella sola, quella che il +1 ha dimenticato da tempo ormai cosa sia, che inizio ad accorgermi del tempo che passa e la paura di restare sola con dei gatti ha preso residenza nella mia mente, che inizio a percepire me stessa come merce danneggiata, una bambola rotta che nessuno vuole più, che la vita è un’avventura ma non mi ricordo più come era viverla in due, farebbe comparire il mio principe azzurro dinanzi alla mia porta? Non credo proprio.
helen-parr-i-dont-think-so
Le paure vanno condivise.
Ma a volte no!