Pensieri Sparsi

odi et amo


Odio e amo:
fusse che chiedi
comme faccio?
Nunn ’o ssaccio
ma lo faccio
e mme sent’ ’nu straccio!

Ho il cuore pesante questa mattina. Non ero preparata anche a quest’ultima ciliegina sulla torta. Sarà stato il modo in cui mi hai comunicato la notizia togliendomi il respiro per una frazione di secondo in più, saranno state le illusioni in cui nonostante tutto avevo rifugiato i miei pensieri, sarà stata la tua freddezza e la mia ormai persa razionalità. Sarà stato un mix di emozioni che non riuscivo a decifrare, ma il cuore si è pietrificato.
E ho dimenticato come far entrare l’aria nei polmoni.

Sono felice per te. Distrutta per me stessa.
Ci sono notizie che quando arrivano fanno esplodere il cuore di gioia.
Eppure ancora non capisco come le stesse notizie possano ridurre un cuore in pezzettini minuscoli, in polvere sottile che si perde tra le lacrime.

Sono giorni che nella mia mente visualizzo la stessa scena a rallentatore: le mie illusioni di cristallo ridotte in minuscoli frammenti che riflettono ricordi di un tempo che non tornerà mai più.
Sto metabolizzando le parole che mi hai detto, diventano istante dopo istante più pesanti, dei macigni che mi schiacciano con il loro peso. Un maledetto déjà-vu che non meritavo di rivivere. Non adesso. Non così.

E’ stato come ricevere una telefonata in piena notte.
Ti svegli ancora stonato dal sonno e una voce lontana di comunica che quella persona purtroppo non c’è più. Non hai visto il corpo freddo, non hai pianto al suo funerale. Devi credere a quello che ti hanno raccontato: non esiste più.
Il tuo cuore piange in silenzio, il cervello cerca una spiegazione razionale per elaborare quello che non ha potuto vedere, per mettere in ordine i pezzi del puzzle che è stato scaraventato per terra dalla furia del dolore.

Non c’è più. Te lo ripeti mentre al risveglio cerchi il suo buongiorno sul tuo iPhone.
Non c’è più. Te lo ripeti mentre afferri il telefono per raccontargli l’ultimo gossip che hai saputo.
Non c’è più. Mentre mangi e ti ricordi che il tuo mangiare era diventata la sua ossessione.
Non c’è più. Mentre inizi a dimenticare il suono della sua voce, della sua risata. Il modo in cui pronunciava il tuo nome.
Non c’è più. Mentre al risveglio cerchi il suo buongiorno sul tuo iPhone.
Non c’è più. Mentre scorrono le ore e la sua presenza nella tua vita diviene un ricordo lontano.
Non c’è più. Mentre entri su telegram alla ricerca del suo nome.
Non c’è più. Mentre tutto scorre e lui è già lontano.

Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più. Non c’è più.

Te lo ripeti all’infinito fino a quando la tua mente finalmente lo capirà.
Non c’è più. E ormai non puoi farci nulla

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