Pensieri Sparsi

Promesse!


Questo posto tornerà quello di una volta!
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Lo sto promettendo a me stessa prima ancora che a chi ancora mi dimostra fiducia e affetto passando in questo mio angolino virtuale e spendendo due paroline per me.
[Devo ancora rispondere ai commenti dell’altro post e me ne scuso davvero.]
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Vorrei poter dire che questa promessa nasce da un miglioramento del mio umore, da una presa di coscienza che in qualche modo il malumore in cui sono inciampata è stato una scivolata e nulla di più, che, seppur non ho ancora ritrovato la strada per uscire da questo dannato tunnel in cui sono precipitata, inizio a vederne la fine.
La verità è continuo a brancolare nel buio, continuo a piangere quando sono certa che nessuno possa vedermi e continuo a ricercare un silenzio assordante per chi come me utilizza anche troppo l’uso della parola.
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Eppure:
Prometto che questo posto tornerà quello di una volta!
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Io tornerò quella di una volta.
Pensieri Sparsi

Come fai a spiegare…


Mica lo so spiegare come mi sento io; non credete vorrei fosse facile trasformare i pensieri in parole come ho sempre fatto? E invece nulla, il vuoto più totale è l’unica sensazione che continuo a percepire; ma come fai a spiegare il vuoto? Come spieghi quella sensazione che ti attanaglia lo stomaco e ti rende difficile respirare mentre nella tua mente non sta passando alcun pensiero?

Come fai a spiegare che senti di stare male ma non riesci a capire neanche tu stessa il perché tu abbia perso la serenità? Come fai a spiegare che la stessa canzone che fino a ieri ti faceva sorridere adesso passa inosservata nei tuoi auricolari? Come fai a spiegare che quella stessa foto che ti scaldava il cuore quando lo sguardo la sfiorava appena adesso è solo una foto? Come fai a spiegare che, quando apri gli occhi al mattino, l’unico pensiero che ti costringe ad alzarti dal letto è che tanto poi in quel letto ci ritorni, e tutto quello che devi fare è resistere, sopportare quelle ore che ti tengono lontane dalle braccia del tuo morbido piumone? 

Come fai a spiegare che ti senti spenta, smarrita…semplicemente vuota? Come fai a spiegare che basta una parola, un suono, una melodia a farti tremare dall’interno come se un terremoto emotivo minasse il tuo instabile equilibrio? Come fai a spiegare che inizi ad essere stanca di vivere in equilibrio, che vorresti smettere di pensare forse un po’ troppo, forse un po’ male?

Come fai a spiegare come ti senti se neanche tu riesci a spiegarlo a te stessa?

Pensieri Sparsi

A.A.A. Cercasi Ashton!!!


Se fossi la protagonista di una di quelle commedie romantiche in cui amo perdermi rimpinzandomi di patatine questo sarebbe il momento perfetto.
Come sarebbe a dire: quale momento perfetto? Vi si deve spiegare proprio tutto, eh.

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Avete presente quel momento in cui tutto sembri andare dannatamente a rotoli, quando i capelli della protagonista sembrano diventare l’emblema stesso del disfacimento enteriore che la sta dilaniando; quel momento in cui il lavoro sembra annientarle l’esistenza, le amiche sembrano essersi dimenticate della sua esistenza prese dalla confusione delle proprie vita, il principe azzurro sembra essere stato investito mentre percorreva l’autostrada contromano a cavallo del proprio destriero bianco, il cibo sembra essere rimasta l’unica consolazione plausibile con somma gioia della bilancia che vede la sua lancetta lievitare come se non ci fosse un domani. Quel momento in cui se ci fosse una piccolissima scheggia di meteorite cascherebbe esattamente sulla testolina scapigliata della povera protagonista occhialuta e triste rendendola la giornata lievemente peggiore dello schifo in cui si trascina da giorni.
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Quell’istante in cui una particolare congiunzione astrale, e le esigenze di copione [chi vorrebbe mai vedere un intero film sulla storia di una sfigata?], danno origine esattamente a quel momento li: il momento della svolta.

Il momento in cui tra un calcio in culo della sfiga e l’altro, la protagonista casca stile pera cotta tra le braccia di Ashton Kutcher, ad esempio.

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Quella frazione di secondo in cui Ashton, probabilmente colpito in pieno alla testa, viene folgorato dall’aura di malumore che accompagna la triste protagonista e, sentendo un richiamo dal Paradiso, decide che il suo unico scopo nella vita sarà farle tornare il sorriso.
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So benissimo che dopo quei 15 minuti di illusoria gioia si scoprirà come minino che Ashton è un serial killer con tendenze suicide che ha già prenotato la sua fine assistita in Svizzera dopo essersi indebitato fino al collo a causa del gioco d’azzardo.
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Ma volete mettere passare 15 minuti di gioia infinita con lui?

Pensieri Sparsi

September is coming.


Mi sento quasi un estranea ad entrare qui dentro dopo così tanto tempo; potrei nascondermi affermando di essermi presa una meritatissima pausa estiva dal blog ma sarebbe una menzogna. Passare dal bisogno spasmodico di dare voce ai propri pensieri, fissarli nero su bianco come se fosse indispensabili non perderli nel vortice del tempo, al rifuggire stancamente da questo spazio per non dovermi ritrovare a tu per tu con i miei pensieri.
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Sarà colpa dell’aria di Settembre che già mi riempie i polmoni; o forse, più semplicemente, della malinconia che accompagna puntulamente la fine delle vacanze [soprattutto dopo un viaggio favoloso come quello che ho fatto io questa estate]; sarà colpa dei pensieri che si affollano nella testa facendo a cazzotti tra loro lasciandomi esausta e malconcia ogni qual volta provo a fermarne anche solo uno; sarà colpa della consapevolezza di essere troppo ordinaria e inquadrata per fare una pazzia ma troppo fuori dalle righe per vivere bene nella normalità che accompagna i miei giorni.

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Sarà colpa di tutto ciò che mi circonda, o forse, per quanto sia più difficile ammetterlo, potrebbe essere semplicemente colpa mia questo mood in cui mi ritrovo a naufragare dal momento in cui ho poggiato nuovamente piede in Italia.

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Sarà settembre.

Ne sono certa.

Pensieri Sparsi

Oggi mi sono svegliata picciosa.


Non alzate gli occhi al cielo, mica solo ai bambini è concesso di fare i picci?
Certo, dire che a 30 anni [si va beh, 31 anni] uno abbia voglia di battere i piedi a terra e urlare fino a sentire la gola bruciare non è propriamente carino, affermare di aver voglia di mettersi in un angolo e frignare per qualsiasi motivo solo per il gusto di farlo, forse, non è propriamente maturo, ammettere di provare fastidio al solo suono della voce del prossimo per il semplice motivo che costui senta il bisogno di rivolgermi la parola non è un atteggiamento educato.

Confessare di voler fare i capricci come una bambina piccola non è decisamente carino…ma sti cazzi dove ce lo mettiamo?
Probabilmente dopo aver passato la notte a sognare che con la faccia colorata di rosa shocking e glitter passo il tempo a fare selfie con due dei Backstreet Boys mentre vomito arcobaleni, forse [ma giusto forse, eh] potrebbe essere un chiaro segnale del carico di stress misto ad ansia che mi porto addosso da un pochino di tempo a questa parte.

Che poi, a pensarci giusto un attimino, ancora mi va bene di non aver sognato di rincorrere Pokemon come se non ci fosse un domani visto che ieri, per vincere la noia serale, ho deciso che il mio letto fosse il luogo adatto per canalizzare questi piccoli mostricciattoli colorati che, di conseguenza, sono stati l’ultima cosa su cui ho posato i miei occhi.

Questo è un post piccioso, di una persona picciosa.

Pensieri Sparsi

Una settimana esatta…


…e sarò via da qui.
Mi rendo conto che da stamane lo sto ripetendo come un mantra nella mia testa, una sorta di sedativo per i pensieri troppo burrascosi e assonnati del lunedì.       
Una sola settimana e, nonostante siano mesi che sto progettando questo viaggio, sento, come sempre, che mi mancano troppe cose da ultimare per essere sicura che sia tutto perfetto, per rendere l’imprevisto percentualmente innocuo.

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Liste da depennare; documenti da stampare; ultime cose da comprare, valigie da preparare.
Più che un viaggio sembra l’organizzazione di una strategia di guerra.

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Perchè non riesco a prendere nulla con leggerezza?

Parole e Storie · Pensieri Sparsi

365 giorni di Eclisse


365 giorni fa ero di fronte allo stesso pc da cui sto scrivendo in questo momento a premere, con il cuore pieno di ansia ed emozione, il tasto: PUBBLICA.
365 giorni fa, mettendo a tacere quella vocina che da anni mi sussurrava che nessuno avrebbe letto una storia scritta da me, mi sono decisa a dare retta a tutte quelle persone che ci avevano creduto prima di me.
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365 giorni fa scrivevo questo post annunciando in questo mio piccolo spazio virtuale la nascita del mio piccolino, il mio primo libro, il mio Eclissetumblr_inline_mq2hpkx1xb1qz4rgp.365 giorni.
1232 libri venduti.
La consapevolezza che credere nei propri sogni è solo l’inizio di un percorso stupendo.

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Desy, Chris e il piccolo Christian ringraziano.
Io pure.
All the love  ❤

Pensieri Sparsi

Mercoledì.


E’ ancora mercoledì, non sono ancora in pausa pranzo e…già odio il mondo.
Potrei tranquillamente dare la colpa a NC che stamane mi ha ignorato, ma mentirei.
Potrei dire di essermi svegliata nervosa, ma a sto giro non sarebbe la verità.
Potrei raccontare dell’ennesima delusione per l’ennesima risposta del cazzo ricevuta…ma la verità è che manco di questo me ne frega nulla in verità [pesa le persone e peserai il loro atteggiamento, semplice].

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E’ semplicemente ancora mercolì,
ho fame e non sono ancora in pausa pranzo e
…già odio il mondo.

Pensieri Sparsi

Bisogna ricominciare il viaggio.


Non è vero. Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto:”Non c’è altro da vedere”, sapeva che non era vero.
La fine di un viaggio è solo l’inizio di un altro. Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in Primavera quel che si era visto in Estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l’ombra che non c’era. Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini.

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Bisogna ricominciare il viaggio.
Sempre.