Pensieri Sparsi

𝟷𝟺/𝟹𝟼𝟻


𝙿𝚛𝚘𝚟𝚊𝚝𝚎𝚌𝚒 𝚟𝚘𝚒 𝚊𝚍 𝚊𝚟𝚎𝚛𝚎 𝚞𝚗𝚊 𝚋𝚎𝚕𝚕𝚊 𝚏𝚊𝚌𝚌𝚒𝚊 𝚒𝚕 𝚕𝚞𝚗𝚎𝚍𝚒̀ 𝚖𝚊𝚝𝚝𝚒𝚗𝚊.

𝙿𝚛𝚘𝚟𝚊𝚝𝚎𝚌𝚒 𝚟𝚘𝚒 𝚊 𝚜𝚘𝚛𝚛𝚒𝚍𝚎𝚛𝚎 𝚍𝚒 𝚕𝚞𝚗𝚎𝚍𝚒̀ 𝚖𝚊𝚝𝚝𝚒𝚗𝚊 𝚚𝚞𝚊𝚗𝚍𝚘 𝚙𝚒𝚘𝚟𝚎 𝚎 𝚒𝚕 𝚏𝚛𝚎𝚍𝚍𝚘 𝚟𝚒 𝚜𝚞𝚐𝚐𝚎𝚛𝚒𝚜𝚌𝚎 𝚍𝚒 𝚗𝚘𝚗 𝚊𝚋𝚋𝚊𝚗𝚍𝚘𝚗𝚊𝚛𝚎 𝚒𝚕 𝚝𝚎𝚙𝚘𝚛𝚎 𝚍𝚎𝚕 𝚙𝚒𝚞𝚖𝚘𝚗𝚎.

𝚂𝚒𝚊𝚖𝚘 𝚘𝚗𝚎𝚜𝚝𝚒: 𝚊𝚏𝚏𝚛𝚘𝚗𝚝𝚊𝚛𝚎 𝚕𝚊 𝚟𝚒𝚝𝚊 𝚍𝚒 𝚕𝚞𝚗𝚎𝚍𝚒̀ 𝚎̀ 𝚍𝚊 𝚐𝚞𝚎𝚛𝚛𝚒𝚎𝚛𝚒.

𝙼𝚊 𝚒𝚘 𝚟𝚘𝚕𝚎𝚟𝚘 𝚗𝚊𝚜𝚌𝚎𝚛𝚎 𝚙𝚛𝚒𝚗𝚌𝚒𝚙𝚎𝚜𝚜𝚊.

Pensieri Sparsi

Monday mood.


Ci sono giorni che semplicemente proprio NO…ti alzi dal letto che già sai che tutto sarà solo un enorme rottura di scatole. La voglia di parlare è pari a zero e i pensieri troppo rumorosi nella tua testaGiorni in cui ogni telefonata, ogni interazione, ogni parola ti fa odiare il fatto che siamo animali sociali e, in alcuni momenti, non possiamo prescindere dal rapportarci col mondo. Mica è giusta questa cosa.Giorni in cui ti imponi delle cose, raccogli i tuoi pensieri e li canalizzi in quel percorso che ritieni più giusto, prendi le distanze e ti costringi a cambiare prospettiva.Giorni che…per fortuna, ad un certo punto, finiscono.

Pensieri Sparsi

Monday!


Manca poco ormai e anche questo lunedì ce lo siamo tolti dalle scatole!

Non vorrei mai che il fatto che io abbia smesso di scrivere post sul lunedì potesse trarvi in inganno; state sereni: lo odio sempre e comunque!?!

Nuovo lunedì | Nuova settimana | Nuovi obiettivi….almeno così dicono.

Intanto in questo lunedì ho rimesso piede in palestra dopo oltre una settimana di ozio.

Mi sembra un buon inizio. No?

Pensieri Sparsi

Post di una domenica sera qualunque….


Mi state davvero dicendo che anche questo weekend è ormai agli sgoccioli? No, scusate eh, ma quando è accaduto perchè, ve lo giuro, io non me ne sono mica accorta di come sia volato il tempo; cioè un minuto fa era venerdì sera e adesso praticamente, se chiudo gli occhi, sarà presto lunedì. Come è potuto succedere?

L’aria sembra essersi raffrescata in sti giorni, un fastidioso vento ulula alla mia finestra facendo sottofondo alla musica che risuona alla tv rendendo tutto stranamente statico, come se mi fossi ritrovata di colpo in un fermo immagine: sono seduta a gambe incrociate sul letto digitando parole un pò a caso sulla tastiera del mio iPad cercando di dare una direzione ai miei pensieri. La giusta direzione. Quella che vorrei trovare anche io.

E’ molto che non vi racconto realmente di me, passo il tempo (e i post) a sfiorare quello che accade nella mia quotidianità continuando ad inciampare continuamente negli stessi errori, evitando di sentirmi davvero forse per paura di quello che potrei provare o, purtroppo, perchè ho smesso di sentirmi da così tanto tempo da non esserne più davvero capace. 

Seduta su questo letto penso a quella gamma di emozioni che potrei/dovrei provare ma di cui, non so più davvero da quanto, sembra non esserne più in dotazione.

Triste? Felice? Arrabbiato? Soddisfatto? Colpevole? Ansioso? Tranquillo? Escluso? Calmo? Annoiato? Interessato? Coraggioso? Affezionato? Ostile? Spaventato? Incluso?

Come ti senti per davvero? Non lo so!!! Come si fa a saperlo?

Servirà il tuo abbraccio per farmi tornare a sentire qualcosa? Di nuovo?


Pensieri Sparsi

E ci risiamo…domani è lunedì!


Qualcuno mi spieghi come sia possibile che le mie due settimane di ferie siano già finite? Eh? Non riesco proprio a capacitarmene, era appena ieri quando tra lacrime inaspettate ho vissuto il mio ultimo giorno di lavoro e mi apprestavo a stilare la lista di cose che avrei fatto nei successivi 15 giorni:


– Passare del tempo con me stessa;

– Fare shopping…tanto shopping…troppo shopping;

Smettere di essere una possibile candidata per il programma Sepolti in casa e riscoprire di avere, in fondo, una bella camera da letto;

– Iniziare a fare Cardio in maniera costante…o quanto meno iniziare a fare Cardio per far ricordare alle mie gambe che sono state create per muoversi e non per restare stese su una qualsiasi superficie anche solo potenzialmente orizzontale;


– Recuperare tutte le Serie TV arretrate e, magari, iniziarne qualcuna nuova perchè, si sa, non sono mai troppe;

– Andare al mare, sedermi in spiaggia e lasciarmi rapire dal suono delle onde;

– Andare a fare un giro a Napoli e mangiare un’ottima pizza a pranzo;

– Scrivere almeno un post al giorno sul mio blog;


– Imparare il nuovo programma di modellazione 3D;

– Iniziare a rendermi conto seriamente delle cose da prenotare e organizzare per il prossimo viaggio in programma;

– Telefonare a quelle amiche a cui avevo promesso quattro chiacchiere;

– Risolvere tutte quelle incombenze noiose che, normalmente, rimando al sabato per poi provare troppa noia per portarle davvero a termine;

– Passare un’intera giornata in tuta, senza trucco e senza indossare scarpe.


Sono passate le due settimane e non ho ancora cancellato tutte le voci della mia lista ma lascerò alla vostra immaginazione cosa io abbia fatto o meno; il punto è che il tempo è davvero volato e mi sconvolge il fatto che io ero convinta che prima o poi sarebbe sopraggiunta la noia a farmi desiderare di tornare ad una nuova routine. Illusa.


Domani è di nuovo lunedì…un nuovo lunedì.

E adesso che è sera, mentre osservo le cose preparate per domattina, l’ansia arriva a bussare con insistenza alla mia porta; domani sarà l’inizio di una nuova avventura: nuovo lavoro, nuovo ufficio, nuovi colleghi….e, al momento, nuove paure. In altri tempi avrei passato il pomeriggio a telefono con la mia migliore amica a parlare delle mie ansie, delle paranoie che al momento affollano la mia mente, probabilmente avrei anche pianto un pochino perchè è quello l’unico modo che ho per far scemare l’ansia e concentrarmi sull’adrenalina e l’eccitazione per questo nuovo percorso che si schiude dinanzi ai miei piedi. Oggi invece non è andata così, oggi siamo state io e le mie ansie. Sole solette…ma va bene così.

Non ho bisogno di nessuno…solo di me stessa 💕



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30 Days Writing Challenge – 18


Lunedì di pioggia e malinconia.
E’ strano come il pensiero di lasciare qualcosa che sappiamo non ci mancherà possa comunque lasciare una strana tristezza addosso.
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In maniera altalenante cerchiamo di proseguire con questa challenge, neanche vi sto più a spiegare la mia incostanza. In fondo, l’importante è portarla a termine, no? E io non ho alcuna intenzione di non farlo.
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Giorno 18 – Scrivi 30 cose su te stessa.
DIte la verità: lo fate per farmi perdere followers eh.
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※ 1 – Mi chiamo Angela e a breve gli anni che dovrò dichiarare saranno 32.
※ 2 – Odio i diminutivi/vezzeggiativi del mio nome. NO Angie! Peggio mi sento con Angioletta. Angelina mi provoca l’orticaria. L’unico che mi piace è Angel, perchè Angel è quella parte di me che più spesso mi dovrei ricordare di essere.
※3 – Sono un architetto, o almeno ci provo. La laura sembrava essere un punto di arrivo, ma è stata solo un punto di inizio e la strada da percorrere è lunga e, spesse volte, in salita…ma non molliamo.
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※4 – Sono ossessionata da Nick Carter, non il fumetto che mi renderebbe una nerd fighetta, ma il biondino dei Backstreet Boys. Sono 19 anni che soffro di questa malattia e, arrivata a questo punto, credo che non esista cura che mi possa regalare la guarigione. E neanche la voglio, sia chiaro.
※5 – Sono scesa a patti con la parte adolescenziale di me. Leopardi aveva il fanciullino, Anastasia Steele la dea interiore, io una bimbominchia che indossa la maglietta con una boyband stampata sopra. Ognuno ha il subconscio che si merita, eh.
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※6 – Da ragazzina suonavo il pianoforte, ero anche abbastanza brava ma odiavo il mio maetro motivo per cui, appena mi è stato possibile, ho mollato del tutto. Nonostante lo scorforto che aveva colorato il volto del mio maestro nell’apprensione che non mi sarei iscritta al conservatorio neanche sotto tortura, non credo di aver sottratto questo grande talento alla musica.
※7 – Ho un cane, Alice, ed un gatto, Tigro. Entrambi trovatelli, dipendesse da me adotterei tutti gli animali che vedo in strada, non riesco a capire come si possa decidere di darli via come giocattoli che non servono più. Che odio.
※8 – Il mio colore preferito è il rosa, anche se nell’ultimo periodo anche il giallo mi ha rubato il cuore.
※9 – Sono stonata come una campana, eppure da ragazzina con la mia migliore amica di quel tempo volevamo formare una girlband. Inutile dire che il progetto non ha mai preso vita.
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※10 – Sono SerieTv-dipendente. Ne seguo decisamente troppi per il tempo libero che mi resta, rigorosamente americani, da guardare in streaming in lingua originale ma sottotitolati [bisogna migliorare questa cosina qui].
※11– Ho una vera ossessione per il burrocacao, non esco mai di casa senza, neanche mi sposto nella stanza affianco senza averlo in tasta e non riesco a dormire se prima non ne ho passato uno strato sulle labbra.
※12 – Amo i rossetti, è l’unico trucco senza il quale non uscirei mai di casa. La ragazza dal rossetto rosso.
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※13 – Colleziono maialiani e tutto ciò che ha la loro forma. Ebbene si: a casa mia potreste trovare addirittura la caffettiera a forma di maialino.
※14 – Sono logorroica. Amo parlare e, soprattutto, odio i silenzi.
※15 – Non potrei vivere senza il mio iPhone, per quanto ultimamente mi stia facendo impazzire li sopra c’è praticamente tutta la mia vita. Sarei persa senza.
※16 – Amo viaggiare, sono spesso maniacale nell’organizzazione dei viaggi, ma odio prepare i bagagli e, ancora di più, odio doverli trasportare.
※17 – Il mio social network preferito è Twitter, oltre al fatto basilare che mi consente di stalkerare Nick Carter adoro la cognizione del tempo tra i tweet presenti nei vari hashtag in tendenza. Avete mai provato a guardare qualche trashata televisiva leggendo i commenti presenti sul relativo hashtag? Da morirci dal ridere proprio.
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※18 – Mi reputo una persona fin troppe volte isterica, non ne sono orgogliosa, ma ci sto lavorando su. Se solo il mondo non fosse così pieno di coglioni.
※19 – Odio le giornate di pioggia. Sono metereopatica, il mio bisogno di sole è direttamente proporzionale alla necessità di non ammazzare nessuno.
※20 – Sono una persona estremamente ansiosa. Stendiamo un velo pietoso.
※21 – Amo scrivere e spero di riuscire a trovare il tempo per lavorare al mio secondo libro. E’ lì che mi fissa per essere revisionato, ma non riesco a trovare la testa per farlo.
※22 – Odio il giorno del mio compleanno nonostante i bei ricordi che ho collezionato in quel giorno grazie alle mie amiche. i Backstreet Boys mi hanno cantato Happy Birthday dal palco e hanno continuato a farmi gli auguri quando mi sono avvicinata a fare la foto e poi di nuovo all’afterparty. Ma continuo ad odiare il giorno del mio compleanno.
※23 Ho una dipendenza da shopping, che io sia triste o felice fare shopping è sempre la soluzione giusta. Adoro comprare di tutto: vestiti, borse, scarpe, accessori, cazzate varie ed eventuali.
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※23 bis – Concedetemelo eh. Credo che prima o poi finirò in programmi come Selpoti in casa o Accumulatori seriali, insomma, per quanto io sia consapevole di non vivere in Burundi o di essere nel bel mezzo di una guerra se trovo qualcosa che mi piace sento il bisogno di farne scorta perchè: e se non lo trovassi più?
※24 – Le mie caramelle preferite sono le Skittles di cui le mie amiche sono divenute mie spacciatrici ufficiali.
※25 – Sono molto istintiva, nonostante i milioni di giri mentali in cui mi perdo, le mie decisioni sono quasi sempre dettate da quella vocina fastidiosa che sento dentro.

※26 – Sono scaramantica a modo mio; sia chiaro se vedessi un gatto nero per strada mi fermerei solo per adottarlo ma credo fermamente nella cattiveria della gente. Gli occhi addosso, l’invidia, il desiderio di vederti fallire/soffrire. E’ per questo che se devo fare qualcosa di importante ho imparato a tenerlo per me, almeno fino a che non accade.
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※27 – Sono egocentrica, forse un pochetto viziata. Ma in quella misura che non lede nessuno, o almeno credo.
※28 – Alcuni suoni ed alcuni toni di voce mi irritano dal profondo dell’anima. Il destino si è preso gioco di me stessa donando a Nick Carter un tono di voce che mi risulta udibile, senza provare il desiderio di staccargli le corde vocali, solo dopo una certa ora del mattino e sicuramente dopo il caffè. Carino eh.
※29 – Sono una ritardataria cronica, riesco ad essere in ritardo anche quando sono in anticipo.
※30 – Non ho una buona percezione degli odori, siano essi profumi o puzze. Tranne nei giorni in cui il mio organismo si ricorda che sono donna, ecco in quei giorni ogni odore potrebbe indurmi il vomito.
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Dopo queste fantastiche 30 cose su di me, è rimasto qualcuno a seguire questo blog?

Pensieri Sparsi

Welcome, February!


Tutti ad inveire contro Gennaio che sembrava non volesse finire mai, eppure a me sto Febbraio che deve arrivare non mi pare tutto sto Carnevale di Rio; insomma, se Gennaio è un pò come il Lunedì dell’anno, in fin dei conti, Febbraio altro non è che un Martedì.

E voi conoscete qualcuno a cui piace il Martedì?

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E’ un mese strano quello di Febbraio per me, sarà che è il mese prima del mio compleanno e io odio il mio compleanno, sarà che è un mese di cambiamenti e io ho difficoltà ad affrontare i cambiamenti, sarà che fa freddo e io odio il freddo; sarà che sono particolarmente lagnosa ed insofferente.
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Esattamente il 2 febbraio dello scorso anno mettevo per la prima volta piede in questo ufficio piena di ansie e aspettative, piena di speranze e paure. Esattamente ad un anno di distanza mi domando come io abbia fatto a sopravvivere un anno in questo posto senza impazzire e/o ammazzare qualcuno. [grazie fiori di Bach].
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Esattamente ad un anno di distanza attendo con ansia l’arrivo di San Valentino per vedere la fine del mio contratto di lavoro e poter, con un lungo sospiro di sollievo, voltare pagina.
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Cosa mi aspetta dopo ancora non lo so. Ok, teoricamente lo so, ma lasciatemi essere scaramantica questa volta.

Ho una valigia di sogni che mi trascino da troppo tempo dietro, speranze di cambiamenti, desideri da soddisfare…tutto nuovamente affidato al mese di Febbraio anche per quest’anno.
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Oh mio caro Febbraio,

non mi deludere. Non lo sopporterei.

Xoxo

A.




 

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30 Days Writing Challenge – 15


E anche questa settimana è arrivato il Lunedì [leggesi anche OdiaDì, come l’ho soprannominato da un bel pò ormai] ed è stato più strano e complicato del solito: nonostante il tenero risveglio grazie al solito amore di NC, oggi mi aspettava l’ennesima prova di questo periodo da superare. L’ennesima dimostrazione che a piccoli passi forse davvero si possa andare un pò più lontano.
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Una giornata intensa, non c’è che dire, fatta di piccoli tasselli che pian piano stanno andando al loro posto. Nel giro di poche ore mi sono trovata ad affermare Anche questa è fatta! E credetemi, in questo periodo, non è roba da poco.
tumblr_lp7ant9bxi1qacyb2o1_500Sciroccata, guarda che è mercoledì oggi!!!
In verità, ne sono consapevole; semplicemente volevo sottolineare quanto io ci avessi davvero provato a rispettare i tempi ma poi qualcosa deve essere andato storto. Adesso due sono le cose: o fingiamo che sia Lunedì [ma non ci penso proprio eh] o ci illudiamo di vivere in una parallelismo spazio temporale nel quale oggi è esattamente il giorno dopo il 14esimo e andiamo avanti.
In fin dei conti anche oggi la giornata è iniziata con il solito amore di NC, quindi, direi che si può fare.
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Giorno 15 – Descrivi la tua giornata punto per punto.
Davvero credete che possa interessare a qualcuno?
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La mia sveglia, dal lunedì al venerdì, suona alle 7:29 non un minuto prima nè uno dopo e la prima cosa che faccio, ancora con gli occhi semichiusi, è quella di afferrare il mio telefono per staccarla prima che Nick Carter inizi a cantare decretando ufficialmente l’inizio di una pessima giornata. Nonostante la consapevolezza di avere solo 30 minuti, 35 al massimo, per prepararmi ed uscire di casa, mi ostino puntualmente ad utilizzare almeno una decina di essi per la passeggiata social del mattino.
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Faccio ammenda chinando il capo ma, non importa a che ora io sia andata a letto la sera prima, difficilmente riesco a mettere piede fuori dal letto se prima non ho controllato: Twitter, Instagram, Facebook, Bkstg, i risultati delle sfide di Covet Fashion, come stiano vivendo nella mia città di Sim City; hai visto mai possa essere accaduto qualcosa di assolutamente sconvolgente ed imperdibile nelle ore che ho dedicato al sonno.
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Trovata la forza di abbandonare il letto [Piumone mio adorato, ti amo. Non mi dimenticherò di te.] e di affrontare una nuova giornata, prima ancora di capire di essere viva per davvero sento lo spasmodico bisogno di caffè; fosse possibile farei delle vere e proprie iniezioni endovena di caffeina [se solo gli aghi non mi terrorizzassero cpsì tanto] per abbandonare lo stato catatonico simlZombie con cui mi affaccio ad un nuovo giorno.
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Capirete anche voi che, a questo punto, il tempo che mi resta per lavarmi, vestirmi e smettere di essere uno zombie si riduce ad una decina di minuti, quindici al massimo; sconfiggere lo scorrere inesorabile delle lancette del mio orologio è il mio obiettivo quotidiano e, oh no, non ci pensate proprio: svegliarmi prima o smettere di perdere tempo sui social non è assolutamente contemplato.
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Recuperato il cibo per il pranzo, salutati gatto, madre e ovviamente nonna, che ogni mattina mi raccomanda alla Madonna che mi possa accompagnare nel mio cammino, dato il buongiorno al cane ed imprecato contro chi ha parcheggiato in modo da rendermi complicato uscire di casa con l’auto, inizia ufficialmente la mia giornata o, per meglio dire, circa quelle 11 ore quotidiane in cui una sola domanda riempie la mia mente: Perchè diavolo ho abbandonato il mio amato piumone questa mattina?
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Un’ora di macchina, quattro ore di lavoro, un’ora di pausa pranzo, quattro ore di lavoro, un’ora di macchina.
Telefonate, mails, documenti, attestati, faldoni, visite mediche, DPI, noia, finti sorrisi, distrazioni facili [Twitter e NC segneranno la mia fine prima o poi], odio, ancora noia, bisogno di scappare. Manca poco ormai.
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E’ circa alle 18:00 che ritorno a vivere. Una telefonata a farmi compagnia nel mio ritorno a casa, piacevole routine a cui non potrei più rinunciare, una voce amica per tornare alla vita lasciandomi alle spalle ansia e stress, pensieri cupi e frustrazioni, per tornare a ridere e pensare alla leggerezza della vita, per sentirmi meno sola, meno grande e meno noiosa/annoiata.
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La mia giornata punto per punto, davvero qualcuno ancora sta leggendo?
Oh bene, siamo arrivati all’entusiasmante momento del mio ritorno a casa. Yaaaaay. Al mio saluto ai nonni che da quando hai cambiato lavoro ci manchi a casa, il racconto delle rispettive giornate e dei miei progetti accanto alla stufa mentre il nonno mangia e la nonna si lamenta che oggi fa più freddo degli altri giorni, tutti i giorni.
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E’ in queste ore che durante la mia settimana si concentra, in fin dei conti, per davvero la mia vita: shopping fatto al volo, recupero di telefilm, organizzazioni varie ed eventuali, cazzeggio con l’iPad e/o con i miei fratelli, ingozzamento di patatine e/o caramelle, chiacchiere, lagne e tanta fantasia.
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E’ prima di tornare dal mio amato piumone che, fantasticando sull’arrivo del weekend, colleziono attimi di vita, mi lascio uccidere dalle ansie e pianifico come salvarmi dalla routine sperando di incontrare un uomo ricco ed affascinante che finalmente mi regali la vita da Paris Hilton che ho sempre meritato.
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Uhmm, c’è ancora qualcuno lì?
Se si, battete un colpo.
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30 Days Writing Challenge – 2


BuongiorNO!
Per educazione mi tocca iniziare questo post augurandovi Buongiorno, ma non solo oggi è Lunedì, ed il che già la dice lunga sul mio stato emotivo, a quanto pare sembra che oggi sia l’ormai famoso lunedi più triste dell’intero anno, noto a tutti come Blue Monday: insomma Buongiorno un cazehmm, smetti di essere scurrile e maleducataBuong….non ci riesco ehwhatsapp-image-2017-01-16-at-15-32-29Heeeeey, eccovi nuovamente in questo favoloso spazio gestito da un bellissimo unicorno, pronti a rispondere al quesito del secondo giorno di questa sfida di scrittura.
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Giorno 2: Scrivi qualcosa che qualcuno ti ha detto su te stessa che non hai mai dimenticato.
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Letto il tema del giorno, mi sono ritrovata dinanzi ad un bivio: una risposta leggera e scanzonata o una risposta più introspettiva?
La prima scelta risulterebbe, senza ombra di dubbio, più facile, basterebbe citare qualche complimento lusinghiero ricevuto da un corteggiatore insistente, qualche commento positivo di un vecchio professore, un tenero ringraziamento di un’amica o un dolce messaggio ricevuto dalla mamma. Troppo facile.

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Nel mio caso poi potrei citare quella volta quando, probabilmente abbagliato dal grosso fiocco del mio fantastico cerchietto alla Blair Waldorf, Kevin dei Backstreet Boys, guardandomi negli occhi, mi ha sussurrato: You’re adorable in un modo così profondo e intenso da rendermi, quasi per magia, la persona più adorabile del pianeta per mesi.

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La verità, però, è che le cose che le cose che difficilmente dimentichiamo spesso sono quelle che ci fanno male; sono quelle che toccano corde sensibili della nostra anima facendole vibrare mentre una triste litania riempie la nostra mente. Sono quelle che ti porti dentro, nonostante gli anni che passano, nonostante la vita ti abbia più volte dimostrato che, per l’appunto, si trattava solo di stupide parole.

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Non avrei saputo scegliere un solo ricordo, in fin dei conti nessuno ha specificato che avrei dovuto essere sintetica nel rispondere ai vari punti; filtrando tutte le situazioni che si sono affollate nella mia mente ho scelto 3 circostanze totalmente diverse tra loro, 3 età totalmente diverse tra loro, 3 tipologie di me stessa totalmente diverse tra loro.
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• Ero decisamente troppo piccola per ricordare questo episodio, ma sin da quando ho memoria è uno di quei ricordi che riecheggia nella mia mente. Una piccola premessa è doverosa [potrei autodefinirmi la Signora delle Premesse], non avevo ancora compiuto un anno di vita che già ero costretta a portare gli occhiali; ai giorni nostri è, purtroppo, normale vedere un bambino indossarli ben diversa era la situazione 30 anni fa ormai.
Ero in spiaggia con mia madre, per fatti nostri oserei aggiungere come se fosse necessario, ma si sa alla gente piace parlare a vanvera ed è così che una signora a qualche ombrellone di distanza, indicandomi sfacciatamente con il dito, aveva ritenuto logico e corretto usarmi a modello di confronto per la figlia riluttante ad assumere cibo.
“Mangia o diventi come quella bambina lì!”
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Quelle parole le ho ascoltate e riascoltate nei ricordi di mia madre, nella sua rabbia nel aver avuto la forza di rispondere a quella mentecatta e nel dolore di vedere che il mondo avrebbe guardato la sua bambina come qualcosa di diverso.
30 anni ed un’operazione dopo, non mi è ancora passato il desiderio di scoprire come è diventata quella bambina che non voleva mangiare.
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• Avevo 16 anni, poco meno o poco più, ed ero stata mollata da poco da quello che poteva essere definito come il mio primo fidanzatino; ad essere onesta non ricordo molto bene come fosse andata la cosa: dopo mesi di corteggiamento avevo ceduto alle lusinghe di questo ragazzetto ma dopo neanche 30 giorni avevamo capito che come amici funzionavamo alla grande ma come coppia facevamo leggermente pena. Non ricordo di aver sofferto per tale separazione, se non la giusta finzione da teen drama necessaria a dare enfasi al momento e non mostrarmi diversa dalle mie ben più navigate amiche. Eppure, anche in questo caso, c’è chi ritiene di saperne più di te e sente il bisogno di fartelo sapere.
Era un sabato sera quando, mentre chiacchieravo per cavoli miei con le mie amiche, che mi si avvicina un nostro amico [che definizione estremamente errata per una persona così spregevole], il sorriso sul viso era quello di chi aveva qualcosa di succulento da raccontare. La cosa triste è che per lui era davvero così.
Ho visto il tuo ex, era con un’altra. Sicuramente la nuova fidanzata! Beh devo dire che lo capisco, alla vostra età [n.b.: lui aveva qualche anno in più] anche io se dovessi scegliere tra la bellezza e i soldi, sceglierei la bellezza.”
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Premesso che non sapevo di essere milionaria, ma con una sola frase quello che oggi mi sento di definire solo come un emerito imbecille mi aveva fatto crollare il mondo addosso facendomi sentire inadeguata e sbagliata, addossandomi colpe che non avevo e dandomi della cessa senza troppi giri di parole. O forse si.
Inutile raccontare di come, non molti anni dopo, il povero sfigato con la ragazza con i soldi [se mi dicesse dove sono gliene sarei grata] e poca bellezza ci sarebbe uscito e di come, con estrema classe e ancor più soddisfazione, la ragazza poco bella lo ha mandato a spigolare.
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Ero prossima alla laurea, probabilmente era proprio la mia ultima correzione con quel professore che mi aveva fatto penare per due anni; stavamo lavorando alla presentazione Power Point che avrei esposto durante la discussione, modificandone per l’ennesima volta colori e spessori, quando nel silenzio dello studio era risuonata la sua domanda:
“Ti hanno mai detto che sei brava?”
Non capivo il senso della domanda posta in quel particolare momento e probabilmente l’espressione del mio viso malcelava i miei pensieri perchè, senza attendere alcuna replica, il Prof. aveva continuato dicendo:
“Non so se ti abbiamo mai detto: sei stata brava. Non so se i tuoi genitori lo abbiano mai fatto, ma ho la sensazione che tu stessa non lo abbia mai fatto. Non ti sei mai detta: sono stata brava. Sei troppo rigida con te stessa, il peggior giudice ti potesse mai capitare.”

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So di aver detto che avrei citato solo tre momenti, ma mettendo nero su bianco queste mie parole mi è venuto in mente che non avrei mai potuto non citare le parole dell’uomo norvegese incontrato sul treno:
“Non devi aver paura di perdere nella vita, ogni volta che perdi qualcosa, in realtà, impari molto altro; impari che resti in piedi, nonostante tutto; impari che sei, comunque, più forte tutto. Le prime volte ci stai male, ma poi impari che alla fine tutto passa, che tu riesci a far passare tutto. Ci vuole tempo. Perdere aiuta a costruire la tua personalità, non farti spaventare dalle cose che non vanno come vorresti. Non aver paura di desiderare qualcosa, sai che, prima o poi, sei talmente testarda da ottenerlo.”
[Se vi va di leggere di questo lo trovate qui]
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Passano gli anni, ma le parole restano impriggionate nella mente; costanti promemoria di come possiamo apparire agli occhi della gente, di come sia facile perdersi in quegli stupidi giudizi, di come spesso, chi meno avremmo creduto, ha saputo guardare oltre quello che abbiamo mostrato.
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Anche oggi sono stata logorroica, me ne scuso.
Ma anche no.