Oggi c’è il ☀️
Fιᥒᥲᥣmᥱᥒtᥱ oggι ᥱ̀ torᥒᥲto ιᥣ soᥣᥱ, qᥙιᥒdι:
1. Soᥒo dι bᥙoᥒ ᥙmorᥱ;
2. Noᥒ vogᥣιo ᥙᥴᥴιdᥱrᥱ ᥒᥱssᥙᥒo;
3. Soᥒo mᥱᥒo ᥣᥲmᥱᥒtosᥲ;
4. Vᥲdo ᥲ fᥲrᥱ shoρριᥒg;
5. Potᥱtᥱ rιvoᥣgᥱrmι ᥣᥲ ρᥲroᥣᥲ.
E voi come state?
Fιᥒᥲᥣmᥱᥒtᥱ oggι ᥱ̀ torᥒᥲto ιᥣ soᥣᥱ, qᥙιᥒdι:
1. Soᥒo dι bᥙoᥒ ᥙmorᥱ;
2. Noᥒ vogᥣιo ᥙᥴᥴιdᥱrᥱ ᥒᥱssᥙᥒo;
3. Soᥒo mᥱᥒo ᥣᥲmᥱᥒtosᥲ;
4. Vᥲdo ᥲ fᥲrᥱ shoρριᥒg;
5. Potᥱtᥱ rιvoᥣgᥱrmι ᥣᥲ ρᥲroᥣᥲ.
E voi come state?
“Ogni volta che sono gentile, mi fai pentire di esserlo.”
E’ che di base tutto ciò che ha un inizio ha una fine, è una cosa naturale, niente di eccezionale…eppure non riesci a smettere di pensarci.
Non riesci a smettere di chiederti come sia possibile che ogni cosa porti alla mente esattamente quello che provi a seppellire da settimane, come se il Karma (o la tua testa malata) avesse deciso che non funziona esattamente come l’avevi immaginata tu, che non basta decidere di voltare pagina per farlo. Ma lo hai deciso per davvero?
Rileggere i post scritti in passato su questo spazio è come fare un viaggio nel tempo senza allacciare le cinture di sicurezza; sei sempre tu la persona che ha impresso quelle parole sul foglio bianco eppure è come se ti ritrovassi ad entrare in punta di piedi nella vita di una sconosciuta. È strano. Decisamente strano.
Un viaggio tra speranze e paure, in sentieri costernati di ansia e tristezza, piccoli sprazzi di serenità come flebili raggi di sole in una giornata piena di pioggia e grigiume.
Ricordo di aver vissuto quei momenti ma le sensazioni provate sono un ricordo sfocato che mi ha colpito come un pugno allo stomaco man mano che i miei occhi scorrevano le parole di quei post così lontani.
Ero sempre io. Ero così diversa.
Vorrei poter tornare da quella me e raccontarle che ci è riuscita; che è riuscita a perdere il controllo come provava a fare con tutta se stessa…ed è stato bellissimo.
Vorrei dirle che nonostante tutto non si è persa, che anzi ha scoperto di avere un mondo dentro di se e sta imparando che nasconderlo è un gran peccato.
Vorrei rassicurarla: gli occhi si riempiranno ancora di lacrime ma saranno lacrime diverse, non sarà la paura a guidare le sue emozioni ma la consapevolezza di saper scegliere cosa sia giusto per lei, nonostante tutto. Dirle che ha imparato che il suono della sua risata sarà fastidioso ma è un suono bellissimo; che è vero che bisogna pensare a cosa si dice ma è fottutamente divertente non avere tutti quei filtri che le inibiscono il cervello.
Vorrei abbracciarla e dirle che il dolore al petto pian piano sarà un lontano ricordo, che il fiato le mancherà sempre meno e saprà come controllare quell’ansia che sempre meno frequentemente tornerà a trovarla. Vorrei carezzarle i capelli e rassicurarla, non è più sola: non lo è mai stata ma non riusciva a vederlo.
Vorrei raccontarle di quante cose possono accadere se si guarda intorno davvero, se smette di evitare gli sguardi della gente, se sorride di più…se smette di ignorare il mondo che la circonda.
Vorrei dirle che il mondo la osserva anche quando è persa nel suo malumore e nelle sue paranoie, ma ha paura di entrare in sintonia con lei perché sembra sempre così lontana. Rassicurarla che qualcuno le ricorderà come essere più umana; che anche se in maniera sbagliata le insegneranno a guardarsi attraverso altri occhi e a capire che forse non ha del tutto dimenticato come è essere dolcemente vulnerabile. Rassicurarla che resterà sempre fedele a se stessa ma imparerà a sorridere di più. E le persone che sorridono piacciono sempre di più.
Vorrei spiegarle che quel lavoro che sembrava impossibile adesso è diventato il suo lavoro; che chi voleva mandarla via adesso andrebbe in crisi se la vedesse andare via. Vorrei ricordarle che è brava, lo è sempre stata ma doveva solo ricordare come ci si sentisse ad esserlo.
Inciamperà di nuovo, ci saranno giornate grigie di nuovo, avrà voglia di piangere di nuovo, penserà che nella sua vita non c’è spazio per la felicità di nuovo ma vorrei dirle che arriverà il momento in cui starà bene davvero e quasi le sembrerà inverosimile poterlo dire per davvero.
Vorrei sussurrarle che attenderà sempre la tempesta dopo il sole, ma di stare tranquilla perché ha imparato a ballare sotto la pioggia.
Sono sull’aereo di ritorno casa mentre, senza lasciarmi sconfiggere dalla stanchezza, butto giù l’ennesimo pezzo post-viaggio. Non ho più la valigia fuxia a farmi compagnia (chi mi legge da un po’ sa di cosa parlo) e un po’ me ne dispiaccio, ma il trolley sempre pronto non manca mai.
È stato uno di quei viaggi da quasi quasi prenoto anche io e mi unisco a voi; uno di quelli nati quasi per caso e prenotati in una notte d’estate poco prima delle vacanze estive. Uno di quei viaggi in cui ho dovuto pensa solo a cosa mettere in valigia insomma. È che Londra è sempre una buona idea, potevo davvero rinunciarci?
E così mi ritrovo qui, dopo un weekend londinese caratterizzato da freddo, pioggia, cibo, tanto cibo, risate e tante foto Instagrammabili.
Perché basta davvero poco per staccare la spina dalla vita di sempre, almeno per un po’, e ricordarsi che il mondo è un posto così bello e grande che restare fermi ed immobili è lo spreco più grande che si possa fare nella propria vita.
E poi ci sono troppi posti da fotografare…come si fa a non pensare già a quando ripartire?
Sono mesi che la sento parlare, che ad ogni finta gentilezza che mi impongo la sento chiedere di essere ascoltata, che ad ogni sorriso forzato per mascherare il nervosismo la sento urlare e reclamare attenzioni.
L’ho tenuta a bada per tanto tempo, non immaginate neanche quanto,ma forse adesso sono semplicemente stanca. E sta vincendo lei.
Non so quando sia avvenuto lo switch. O forse si. So che sono giorni che attraverso il mondo osservandolo con i suoi occhi, spalancati e penetranti, come se lo stessi guardando di nuovo per la prima volta. Come se nulla potesse tangermi.
Come se fossi stanca di fingere una calma che non ho, come se avessi esaurito i sorrisi di circostanza, come se fossi stufa di sembrare carina e coccolosa quando nella mia testa ti sto scuoiando vivo. Come se Candy Candy si fosse impiccata, come se gli unicorni fossero scappati e le nuovolette rosa invocassero tempesta.
Come se tutto fosse distante, come se nulla avesse importanza…eccetto ME.