A San Francisco farà freddo, devo mettere il piumino 100 gr insieme al costume in valigia o rischio di morire di freddo!?!
Tra le previsioni del tempo e i racconti dei viaggiatori in real time nella Fog City, ero pronta a malincuore a sopportare vento gelido e temperature al di sotto dei 20 gradi; lo so, già vi avevo accennato a questa cosa nell’ultimo post, ma i 38 gradi di ieri mi hanno scombussolato non poco, soprattutto a causa dei jeans che hanno fatto evaporare tutta l’acqua che avevo in corpo.
Ieri sera ero decisamente cotta per riuscire ad aggiornare questo spazio, il sole cocente misto alla stanchezza e allo snervo per aver perso il mio adorato porta cellulare di Victoria’s Secret comprato lo scorso anno a Boston mi hanno fatto indossare la mia fantastica mascherina e salutare il mondo non appena ho varcato la soglia della camera di albergo. La giornata è stata decisamente intensa.
La mattinata è stata totalmente dedicata alla visita della Prigione Federale di Alcatraz; inquietante ed intensa, ho decisamente adorato questa esperienza.
La visita del penitenziario era accompagnata da un audioguida che attraverso l’alternarsi delle voci dei prigionieri e delle guardie, dei loro racconti, dei suoni e dei rumori tipici della prigione ti risucchiava in una realtà parallela in cui tutto era in bianco e nero. O almeno questa è la sensazione che ho provato io.
I colori hanno iniziato a vibrare non appena ho varcato la soglia del Pier 39, dove dopo un tipico pranzo americano tra surfisti sono rimasta incantata a contemplare dai leoni marini spiaggiati sulle piattaforme del molo. Giuro che non mi sarei più allontanata da quel posticino sul molo, il suono forte dei versi di questi animali in realtà non ha in alcun modo urtato il mio labile sistema nervoso; mi sono imbambolata ad osservare la pacatezza con cui alcuni esemplari dormivano beatamente e l’irrequietudine di quello che lottavano per buttarsi giù dalla piattaforma. Li amo, motivo per cui oggi ho voluto tornare di nuovo a guardarli un altro pochino.
Ho lasciato a malincuore il molo, per fare un giro nella Chinatown piena di negozietti, locali per il the e sculture più o meno inquietanti.
La giornata di stamane è iniziata in maniera più soft, o quanto meno l’idea iniziale era quella prima di decidere di raggiungere a piedi Lombard Street, avete idea di quanto ripide possano essere le strade di San Francisco? Fighissime da fotografare, da percorrere con appena un caffè doppio e un cookie al burro d’arachidi in corpo è tutta un’altra storia.
Bisognava assolutamente recuperare le forze spese dopo tutta questa fatica, motivo per cui,tornati al Pier 39 ci siamo sacrificati per un sano tour culinario tra granchi e seafood cioppini.
La giornata delle tipiche cose di San Francisco non poteva continuare che con una corsa sul Cable Car, una discreta fila per salirci partendo dal capolinea verso l’Embracadero ma il giro ne è valsa la pena soprattutto essendo riuscita a posizionarmi esattamente dove volevo.
Il miglior modo per concludere la giornata? Davvero ci state ancora pensando?
Chi dice che i soldi non possono comprare la felicità, non sanno dove andare a fare shopping! Io non ho di questi problemi!!!
Hai decisamente uno strano concetto di felicità e divertimento o forse sono io che sono strano perchè io la giornata l’avrei conclusa trombando…ma probabilmente avrei trovato anche prima altri momenti…”felici”!:-D
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😀😀😀😀
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Che bellezza gli States,sembra di stare in un altro mondo!
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Non sono decisamente una che si accontenta pur di farsi una trombata 😬
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Io li amo, senza se e senza ma 😍
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Beh, se deve essere una cosa di cui accontentarsi allora meglio pane e nutella!😱
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Certe volte vorrei semplicemente chiudere gli occhi e dormire 16 ore come un leone marino🙃✌️
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